GIOVEDÌ 4 DICEMBRE 2025
𝗜 𝗡𝗨𝗠𝗘𝗥𝗜 𝗨𝗡𝗢 𝗡𝗘𝗟𝗟𝗘 "𝗠𝗔𝗡𝗜" 𝗗𝗜 𝗥𝗢𝗕𝗘𝗥𝗧𝗢 𝗕𝗘𝗥𝗧𝗢𝗭𝗭𝗜

Forte personalità e determinazione fanno parte di una sua chiara identità, caratteristiche significative per essere punto di riferimento di chi ha intrapreso il percorso da portiere. 𝗥𝗼𝗯𝗲𝗿𝘁𝗼 𝗕𝗲𝗿𝘁𝗼𝘇𝘇𝗶 è una new entry in 𝗔𝗰𝗰𝗮𝗱𝗲𝗺𝗶𝗮 𝗥𝗶𝗺𝗶𝗻𝗶𝗰𝗮𝗹𝗰𝗶𝗼, ed eredita un ruolo ricoperto in passato da figure importanti; è biancorosso da poco tempo, ma si è già fatto apprezzare nel delicato ed importante ruolo di Preparatore dei portieri, sia dell'𝗔𝘁𝘁𝗶𝘃𝗶𝘁à 𝗱𝗶 𝗕𝗮𝘀𝗲 che di quella 𝗔𝗴𝗼𝗻𝗶𝘀𝘁𝗶𝗰𝗮. Andiamo a conoscere 𝗥𝗼𝗯𝗲𝗿𝘁𝗼, più in profondità:

Mister, benvenuto. Qual'è stato il percorso di 𝗥𝗼𝗯𝗲𝗿𝘁𝗼 𝗕𝗲𝗿𝘁𝗼𝘇𝘇𝗶, prima da giocatore e poi da allenatore?

| "La mia passione per il ruolo di portiere nasce quando ero ancora un bambino: ho iniziato a difendere la porta all’età di cinque anni. All’epoca non esisteva un preparatore specifico e mi allenava il mister della squadra il sabato pomeriggio. Andavo al campo a piedi, perché i miei genitori non sempre avevano la possibilità di accompagnarmi. Fin da piccolo ho conquistato numerosi riconoscimenti come miglior portiere e, con il tempo, mi sono innamorato di quei “magici guanti” che mi hanno accompagnato per tutta la crescita. Ho iniziato a giocare nel 𝗠𝗶𝗿𝗮𝗺𝗮𝗿𝗲 e nel 𝗥𝗶𝘃𝗮𝘇𝘇𝘂𝗿𝗿𝗮 , per poi essere selezionato dal settore giovanile del 𝗥𝗶𝗺𝗶𝗻𝗶 𝗖𝗮𝗹𝗰𝗶𝗼. Ho completato l’intero percorso nel vivaio biancorosso e, a soli quindici anni, ho avuto il privilegio di allenarmi con la prima squadra come terzo portiere, conquistando in alcune occasioni anche la maglia da secondo. La mia carriera è poi proseguita nei campionati dilettantistici di 𝗘𝗰𝗰𝗲𝗹𝗹𝗲𝗻𝘇𝗮 e 𝗣𝗿𝗼𝗺𝗼𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲, fino al ritiro a causa di un grave infortunio. Nella scorsa stagione ho curato la preparazione specifica dei portieri del 𝗦𝗮𝗻𝘁’𝗘𝗿𝗺𝗲𝘁𝗲. Da anni mi aggiorno costantemente partecipando a corsi dedicati al ruolo di preparatore dei portieri del settore giovanile e, proprio in questi giorni, ho iniziato il percorso di abilitazione per ottenere la qualifica 𝗨𝗘𝗙𝗔 𝗖."

Accademia è sinonimo di grande tradizione fra gli allenatori dei portieri che l'hanno preceduta: come vive questo importante compito e quali obiettivi ha condiviso con la società?

| "Quando ho ricevuto la chiamata del 𝗣𝗿𝗲𝘀𝗶𝗱𝗲𝗻𝘁𝗲 e di 𝗘𝗹𝘃𝗶𝗼 𝗦𝗲𝗹𝗶𝗴𝗵𝗶𝗻𝗶, non ho avuto dubbi. L’Accademia Riminicalcio è da anni riconosciuta come una delle realtà più serie e prestigiose della provincia: un ambiente qualificato, organizzato e capace di far crescere atleti veri. Lo testimoniano anche i tanti portieri che, nell’ultimo decennio, sono arrivati al professionismo grazie al lavoro dei preparatori che mi hanno preceduto, colleghi di altissimo livello come 𝗦𝗮𝗽𝗼𝗿𝗶, 𝗖𝗶𝘂𝗳𝗳𝗼𝗹𝗶, 𝗕𝗲𝗿𝘁𝗼𝘇𝘇𝗶 e 𝗚𝗮𝗹𝗲𝗮𝘇𝘇𝗶 . Ho accettato la sfida con entusiasmo e mi sono messo in gioco. I responsabili mi hanno dato piena libertà nell’impostare il lavoro e, a quasi tre mesi dall’inizio degli allenamenti, sto vedendo progressi importanti da parte dei miei quattordici ragazzi."

Ci può raccontare come struttura la settimana tipo con i suoi ragazzi ?

| "Dopo un periodo iniziale di valutazione, abbiamo strutturato un programma settimanale dedicato, organizzando gruppi omogenei per permettere a tutti di lavorare al meglio, sentirsi a proprio agio e crescere senza timori, sostenuti da continui rinforzi positivi. All’Accademia le regole hanno un valore fondamentale: aiutano i ragazzi a costruire un bagaglio personale che li accompagni nella vita quotidiana, formando prima di tutto buoni cittadini con sani principi e, solo in seguito, eventuali atleti. Per essere un buon allenatore bisogna innanzitutto essere un punto di riferimento: i ragazzi devono credere in te e fidarsi di te. Trasmettendo loro sicurezza, possono esprimere paure, dubbi, emozioni e trovare insieme le risposte di cui hanno bisogno. Dopo ogni partita chiedo ai portieri di raccontarmi come si sono comportati, così da analizzare insieme eventuali errori durante gli allenamenti successivi. In accordo con i genitori effettuo anche riprese video delle gare, utili per un’analisi più dettagliata. Sono molto soddisfatto del rapporto che si è creato con i ragazzi e le loro famiglie: un clima sereno e collaborativo in cui si cresce insieme. Quando i genitori mi dicono: “Bravo mister, mio figlio sta migliorando”, rispondo sempre che il merito è dei ragazzi, che apprendono e mettono in pratica ciò che facciamo in allenamento. Perché anche il miglior preparatore del mondo può incidere fino a un certo punto: senza passione e concentrazione durante la gara, tutto il lavoro rischia di svanire."

La figura del portiere è mutata notevolmente negli ultimi anni: quale il suo punto di vista e quale la sua visione "ideale" di portiere moderno?

| "Il ruolo del portiere è cambiato profondamente negli ultimi anni. Quando giocavo io non si usciva mai dall’area di rigore; oggi il portiere è il fulcro della squadra, l’ultimo uomo che comanda i compagni. Secondo la mia visione, il portiere moderno deve essere sempre attento e presente, muoversi in relazione alla posizione della palla e anticipare le situazioni per accorciare i tempi di intervento. Deve partecipare attivamente all’azione dal primo all’ultimo minuto, non limitarsi a seguire la partita ma esserne protagonista, soprattutto grazie a una buona tecnica podalica che gli consenta di gestire i numerosi palloni che il calcio moderno richiede."